Breve storia, che storia!
Torino – 1984
Forse penserete che ci siamo inventati tutto per farvi sorridere, commuovere o per prendervi in giro, ma non è così. Questa è davvero la nostra storia.
L’embrione Arcastudio nasce una sera a cena tra amici:
Franco, Mario e Gianpaolo. Accade sempre così per le idee felici.
Fisicamente l’Arca vede la luce qualche mese dopo in una soffitta torinese, nel freddissimo inverno 1984/85. Era appena nato il computer Apple che noi creativi aspettavamo tanto, ma a Torino non se ne sapeva ancora nulla. Così, come da tradizione millenaria, allora si faceva tutto a mano.
Eravamo tre appassionati disegnatori, le nostre abilità stavano proprio nelle mani, e in qualche rara occasione nel cervello.
I primi lavori
Il primo lavoro fu una serie di illustrazioni per un libro di informatica per ragazzi: quei disegni erano caratterizzati da un piacevole tratto a china tremolante.
Non si trattò di una scelta stilistica, era proprio il freddo della soffitta! Quell’inverno la temperatura arrivò fino a -18 gradi, nella nostra soffitta a -2.
Tutte le tavole fatte a china e poi colorate ad aerografo vennero realizzate di notte.
Avevamo 25 anni e, nonostante ciò, 3 mesi senza dormire ci trasformarono in zombie.
Di giorno, infatti, lavoravamo nelle aziende di cui eravamo dipendenti, in quelle grandi aziende dove tutti sono un po’ zombie per cui nessuno si accorse del nostro stato.
L’inizio del sogno
Iniziava così il nostro sogno: fare delle nostre passioni un lavoro! Fantastico! Di notte però non si vedevano bene i colori e fu necessario licenziarsi… fu anche doloroso per il portafoglio.
Nel giro di altri 3 mesi lavoravamo per le principali agenzie di pubblicità di Torino. Costringemmo altri 3 amici disegnatori ad unirsi a noi e affittammo un bellissimo attico al 10° piano con vista panoramica sulla collina torinese. Tantissima luce per disegnare con piacere e pioggia a volontà sui tavoli durante i temporali estivi.
All’inizio guadagnavamo così tanto da pagare l’affitto e perfino il riscaldamento. Per mangiare… casa di mamma o casa di fidanzata o casa di Gianpaolo, l’unico con moglie.
La rivoluzione informatica
Nel 1988, non appena raggiunta la stabilità economica, la follia ci colse: spendemmo tutti i guadagni di un anno per comprare il nostro primo Macintosh con 4 mega di ram, monitor a 256 grigi, scanner e stampante. Costarono una fortuna!
Nel giro di 18 mesi facevamo quasi tutto su Mac. In ufficio c’era la coda per utilizzarlo, una coda sempre più lunga… insostenibile.
Fummo costretti a spendere una seconda fortuna per comprare un Macintosh per ognuno.
Probabilmente, allora, nessuna agenzia torinese aveva fatto per intero questa rivoluzione informatica che ha cambiato per sempre il modo di lavorare dei grafici.
L’Arca prende il volo
Così nel 1990 fummo tutti d’accordo a fare il grande passo: diventare Agenzia!
Il primo importante risultato fu quello di perdere tutte le commesse di lavoro con le altre Agenzie in quanto eravamo diventati concorrenti!
Ora si poteva tornare a dormire se non fosse per quel po’ di paura, quasi terrore, che ci assaliva disgraziatamente proprio di notte.
Per fortuna – sì quella non ci è mai mancata – l’esperienza accumulata ci fece rapidamente acquisire clienti diretti, e decollammo; alcune di queste aziende sono ancora nostri clienti a distanza di oltre 40 anni.
Tagliamo corto.
No… non possiamo farla così lunga, sappiate solo che nel corso di questi ultimi decenni è successo di tutto: abbiamo creato l’immagine per un centinaio di aziende, siamo diventati 12, poi un picco esagerato di 39, quindi siamo tornati in 3 (quelli della soffitta), siamo ripartiti imbarcando gente giovane nativa digitale, abbiamo traslocato 3 volte, ora siamo in 10, abbiamo giocato per disegnare giocattoli, abbiamo bevuto tanta birra per fare un catalogo di birre, abbiamo sempre fatto le ferie, abbiamo preso bidoni da clienti “furbi”, abbiamo anche fatto lavori pallosi (pochi), abbiamo sviluppato 40 Applicazioni per iPhone, creato siti di e-commerce, gestito pagine canali social, creato un gioco da tavolo e gestito una campagna Kickstarter.
Questi creativi…
Insomma noi creativi siamo un tantino strani, ma immaginiamo continuamente cose. Immaginiamo di stare sulla cresta dell’onda, come recita il nostro marchio, e portiamo continuamente idee ai nostri clienti affinché anche loro abbiano orizzonti di crescita e futuro – un po’ di retorica ci sta. Così avranno tanto lavoro da darci, cosa che non rifiutiamo quasi mai perché siamo appassionati da ciò che facciamo… sì, forse questa, in effetti, è la nostra fortuna.